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I cavalieri, i fanti, le armi e i clangori. Sullo sfondo dell’Italia e dell’Europa del XII secolo. Una storia di battaglie. Sul campo, ma anche nei palazzi del potere. Oggetto del contendere, il desiderio di libertà e autogoverno dei Comuni lombardi rispetto all’Impero, in mano ai sovrani di Germania. Presenti solo nominalmente finché a cingere la corona non è Federico di Hohenstaufen, il Barbarossa, uomo dalle idee chiare e con un concetto assoluto della dignità imperiale… Il libro ricostruisce fedelmente le vicende basandosi su documenti e cronache coeve, inquadrandole alla luce degli studi storiografici. Un racconto che in maniera vivace, con uno stile accattivante, coinvolge il lettore nell’atmosfera del tempo. Il punto di vista è inedito. Protagonista infatti è proprio Federico, il «nemico», che vive in prima persona le battaglie, gli scontri, gli incontri con la realtà ignota delle città italiane, fino a rendersi conto dell’impossibilità di realizzare il suo sogno di grandezza. Pagine che si leggono d’un fiato e contribuiscono a ricostruire un tassello della nostra storia con cui ancora oggi – e le cronache politiche lo dimostrano – dobbiamo fare i conti.
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