lunedì 5 ottobre 2009

CURIOSITA': Che cosa si intende per Carroccio?


In sé e per sé, il Carroccio altro non era che un grosso catafalco sormontato da un albero di una quindicina di metri di altezza, il quale a sua volta recava sulla cima una croce d'oro. A trainarlo, una o più coppie di buoi. L’arcivescovo Ariberto, a metà dell’XI secolo, promuovendolo a simbolo assoluto della città di Milano, vi aveva fatto dipingere sui fianchi l'immagine del santo patrono, Ambrogio. A poco a poco, di pari passo con la loro crescita di importanza economica e politica, anche gli altri centri della pianura padana e della Toscana (Brescia, Cremona, Padova, Bologna, Vercelli, Firenze) ne adottarono uno simile, ornandolo con i colori del loro gonfalone ed elevandolo a simbolo dell'identità civile e religiosa cittadina. In battaglia il carroccio diventò decisivo sia come punto di riferimento visivo e morale (visto che gli eserciti comunali non avevano un unico condottiero come invece, in campo avverso, era l'imperatore), sia come luogo deputato all'organizzazione delle mosse strategiche (da lì i trombettieri davano i segnali dell'attacco o della ritirata), sia come simbolo religioso. Su di esso si celebrava infatti la messa, e la croce svettante sull'albero rendeva tangibile la presenza di Dio a fianco dei combattenti.

La leggenda del carroccio parla anche di una piccola campana con tanto di nome proprio - Martinella per i milanesi, Berta per i padovani, Nola per i cremonesi, e così via -, deputata a chiamare a raccolta i soldati durante lo scontro. Senz'altro, una campanella di tal fatta c'era, ma si trovava non sul carro bensì su una torretta di legno ben distinta. Solo più tardi, nell'Ottocento romantico, il carroccio «imbarcò» anche la campanella, dando origine all'immagine entrata prepotentemente nel mito collettivo. Ma quella campanella, a quanto pare, Federico non l’aveva né vista né sentita...

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